mercoledì 26 aprile 2017

Ne sarebbe valsa la pena?

L'attimo in cui, alla stazione, il treno ripartiva e io con lui, in quell'attimo mi sembrava di stare perdendo tutto ciò che sarebbe successo ai passeggeri che erano appena scesi, e che vedevo allontanarsi dal finestrino.
Io, seduta verso la mia destinazione; loro, diretti verso qualsiasi cosa decidessi di immaginare.
O forse diretti verso le rispettive abitudini, nate come un filo sottile, leggero, troppo leggero per accorgersi della sua esistenza, un filo che è destinato a diventare spesso e robusto, troppo robusto per essere tagliato.
L'abitudine che scivola nella monotonia, la monotonia di sé stessi, proiettata nel tutto attorno.


E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, 
Ne sarebbe valsa la pena, 
Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate di pioggia, 
Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le gonne strascicate sul pavimento 
E questo, e tante altre cose?
È impossibile dire ciò che intendo
- T. S. E. -




martedì 25 aprile 2017

Gli altri.

"Sono davvero gli altri il problema, o forse è il suo punto di vista molto poco privilegiato a farle distorcere l'immagine che di loro si è costruito?
Da qui, mi creda, la prospettiva è migliore. Da qui è immediato accorgersi che siamo tutti in balia dei verbi servili, tutti ad arrabattarci tra ciò che vorremmo succedesse e ciò a cui dobbiamo sottostare, tra ciò che non possiamo mantenere e ciò che non sappiamo capire".

Forse, pensava, era proprio grazie a quella prospettiva, era grazie a quel da qui che lei appariva così imperturbabile. Ascoltava, per mestiere, rottami di anime tenuti malamente assieme da infondate speranze, rottami il cui unico desiderio confessabile era spesso quello di sparire. Ascoltava gli altri. Nel tempo in cui lui li idealizzava, invidiandoli, lei li ascoltava, e ciascun racconto le ricordava quanto sapessero essere incoerenti, quegli altri così irreprensibili. Quanto potessero diventare incostanti, assenti.


martedì 18 aprile 2017

Never quite as it seems

Era di quelle persone che sbucciano le mele partendo dall'alto, vicino al picciolo, e poi girano attorno attorno e per quanto tu faccia attenzione non sapresti dire se tengono fisso il coltello e girano lentamente la mela o viceversa, ma mentre cerchi di studiare i movimenti delle mani una strisciolina sottile e via via più lunga già si accumula sul piatto, come fosse la pelle di Didone, e quella stella filante cresce, fragilissima, basterebbe un niente per spezzarla, ma l'atteggiamento concentrato e metodico con cui si muoveva mi lasciava credere che sarebbe arrivato alla calicina senza interruzioni.
Staccò lo sguardo dalle proprie mani solo per guardarmi negli occhi, solo un istante.
"È soltanto un sogno, e il tempo è bizzarro, nei sogni".
Solo un istante, ma sufficiente a far rompere la buccia.
"Puoi sempre svegliarti, se ti spaventa troppo".

giovedì 6 aprile 2017

Un pozzo che fissa il cielo

Viveva come se non ci fossero alternative, e invece le alternative c'erano sempre state, ma non era mai stato un suo dovere quello di compiere delle scelte: in ogni circostanza c'era stato qualcuno che le aveva fatte al suo posto.

Adesso la possibilità di prendere una decisione non giusta pesava come un mattone nello stomaco. Continuava a ripetersi che per compiere scelte corrette bisogna aver acquisito una certa esperienza sul campo delle decisioni sbagliate. E sapeva bene di non avercela, quell'esperienza.
L'errore è un insegnante severo.
La scelta sbagliata viene compiuta per un malinteso, si diceva, non ci si risolve a far qualcosa di sbagliato proprio perché sia tale, ma perché lo si confonde con la felicità. O per mancanza di fantasia.

"...credo che il motivo per cui sono rimasta qui debba essere spiegato con una mancanza di immaginazione. Non sono stata capace di immaginare niente di meglio"
- D. B. -


martedì 4 aprile 2017

Un distacco dal tempo

A farmi sentire ancora più inerme e sprovveduta era la naturalezza con cui sapeva capovolgere tante convinzioni che mi portavo addosso come una coperta di Linus.
Per esempio, trovava comprensibile il non voler rinunciare a un dolore perché, mi spiegava, è vita, il dolore, a suo modo, fa sentire vivi.
Nell'aria un via vai di silenzi. Vivi, anche loro.

domenica 2 aprile 2017

Come timide zavorre

Timide. Alcune paure sono timide, sommesse.
La mia paura dell'acqua, invece, è prepotente, e arrogante, tanto da lasciare in ombra altri timori e insicurezze più nascosti, e più pesanti.