domenica 9 ottobre 2011

C'è del marcio...

Qualche settimana fa mi sono iscritta su anobii, il social network a tema libri. Devo ancora vedere come funziona: pensavo fosse molto simile a facebook e che si creasse anche lì una rete di "amici" dei quali si vedono i libri letti, desiderati, iniziati e non finiti etc. Invece ogni iscritto può vedere tutto di chiunque. In effetti lo scopo di anobii prescinde dal mettere in contatto persone che si conoscano. Per esempio, al momento ho appena saputo che Boil ha aggiunto Thinking about Magritte alla propria libreria. E lo stesso dicasi per yett con La storia di Gordon Pym. Ora, non mi interesserà mai sapere chi siano questi signori Boil e yett, ma magari mi interessa sapere che ne pensano di Magritte e di Pym, e poi da uno scambio di battute si cominciano discussioni interessantissime e molto molto colte, e ci si intrattiene a vicenda per settimane, per poi scoprire che Boil è il proprietario di una catena di librerie che sta aprendo un megastore giusto in centro, mentre yett è una gentile libraia che ha un piccolo e vecchio negozio di libri per bambini, e che rischia di chiudere baracca a causa proprio di, incredibile!, Boil. Ma questa è un'altra storia.
Fatto sta che mi sono messa a sistemare nella mia libreria virtuale tutti i libri che ho letto. O per lo meno tutti quelli che finora mi sono venuti in mente. E nel farlo non potevo non pensare a quanto tempo ho perso e leggere libri brutti, che non rileggerei mai. Ma non solo negli ultimi anni. La riflessione va indietro indietro indietro nel tempo, a quando, in prima elementare, la maestra ci ha fatto leggere Cipì (no, non l'ho messo nella libreria. Però potrei anche. In fondo ho messo Il codice da Vinci). Perché far leggere una storia del genere a dei bambini? Poche cose mi ricordo della prima elementare, ma sicuramente non dimenticherò più il momento in cui ho scoperto che l'Uomo uccide Margherì, l'amica margherita si Cipì. Che brutti momenti. E poi uno si chiede perché cresce ombroso. Un paio di teorie ce le avrei.
Quindi, mi chiedevo, se dovessi non dico stilare il mio personale index librorum prohibitorum, ma piuttosto fare una lista dei libri caldamente sconsigliati per un individuo che non abbia ancora cominciato a farsi un'idea di che cosa contenga il mondo della letteratura, cosa toglierei? Banalmente, in un primo momento pensavo di cassare le storie che finiscono male. Ma non tutte, piuttosto quelle che finiscono male senza che me ne venga qualcosa, a me che leggo. Per esempio, un Amleto non può essere tolto. Sarà straziante, una carneficina, ma muoiono anche i cattivi e in un contesto di meraviglia compositiva che fa pensare che il grande bardo ci sapesse proprio fare, fosse egli un lui, una lei, una persona reale, inventata o un gruppo di scimmie che battevano tastiere spinte da una propulsione di improbabilità infinita.
Ma in linea di massima perché dovrei starci male anche per il mondo fittizio, oltre che per il reale?
Una prima obiezione che mi son fatta è stata: "Beh, Il Codice da Vinci va a finire bene, che faccio? Lo tengo?". In realtà come obiezione fa un po' acqua, perché si può dire che vada a finire bene? Meglio, si può dire che vada a finire? Una storia che abbia capo e coda va a finire, ma una senza che fa?
Però poi ho notato che, sempre su anobii, il suddetto Codice ha totalizzato un punteggio medio di 3,5 su un massimo di 5, ed è posseduto da 6700 e rotte persone, contro le 700 dell'Amleto. Al che ho concluso che sono la solita bacchettona e che, d'altronde, cosa ci si può aspettare da un gruppo di scimmie?